Sfornare il pane al mattino, per un cuoco appassionato come me è una cosa abbastanza semplice, ma ogni volta che sforno il pane appena cotto la sensazione è sempre intensa e di straordinaria bellezza.
Nello sport si usa spesso dire che il tutto è più della somma delle parti. In cucina questa metafora si addice secondo me al pane. Tre giocatori per una squadra incredibile!
Acqua farina sale. Tre note per una sinfonia ineguagliabile. Ad ogni latitudine questi tre ingredienti sono mescolati da millenni per produrre il cibo per antonomasia.
Basta pensare ai molti modi di dire: pane quotidiano… non si vive di solo pane… guadagnarsi il pane… dire pane al pane… pan per focaccia…
E pensare che il pane non è un prodotto naturale! Perché non esiste in natura. È un prodotto del genio umano.
Levi Strauss nel saggio Il crudo e il cotto pone una riflessione sulla natura e sulla cultura, sul crudo e sul cotto appunto. Il pane prima di essere cotto vive una fase intermedia, di putrefazione direbbe Strauss, fermentativa diciamo noi oggi.
Fin dai tempi antichi è stato un alimento base. I politici dell’antica Roma lo distribuivano per sedare le masse, utilizzandolo assieme ai giochi per sollevare gli umori.
Insieme ad un altro fermentato, il vino, e all’olio ha costituito poi per tutto il medioevo il triangolo alimentare europeo.
Bibliografia:
LEVI STRAUSS ” il crudo e il cotto”
MASSIMO MONTANARI “Gusti del Medioevo”
GIOVANNI REBORA “La civiltà della.forchetta”
Il pane: il tutto è più della somma delle parti
ultima modifica: 2019-01-15T09:34:20+01:00
da